Premetto che non avevo conseguito una descrizione di questa esperienza perchè non la ritenevo significativa, cioè non mi sembrava di aver fatto "nulla di che", per lo stesso motivo non ho fatto foto. Ma per correttezza verso le persone che mi hanno aiutato e per completezza verso il thread mi metterò a scrivere due righe.
Dovevano essere sette giorni, ma un fattore ha contribuito in maniera determinante ad accorciare la durata dell' esperienza a quattro giorni. Quale fattore ? La noia .
Sono partito dalla macchina di lunedì 24 gennaio 2011 verso l'una di pomeriggio, a circa tre ore di cammino dal rifugio che mi sarebbe servito da "appoggio" e dove sapevo che avrei trovato acqua corrente e un ripiano dove montare la tenda. Ho scelto l' ultima settimana di gennaio in quanto speravo di trovare temperature rigide, in fondo questo era quello che auspicavo, in modo da non dovermi trovare impreparato in una futura escursione invernale. Ho due materassini di schiuma di Decathlon e il sacco Bionassay -5 con me. Arrivo al rifugio senza troppe difficoltà, la neve è compatta e nel sentiero mai più alta di una decina di cm. , ho solo le ghette. Il rifugio, una volta confrontatomi con il gps, è a poco più di 1200 mt. di altitudine, lo raggiungo quando già comincia a tramontare il sole. Per prima cosa mi cambio il dolcevita umido con qualcosa di asciutto, mi copro meglio, mi faccio un caffè liofilizzato e monto la tenda sopra la neve fresca. Nessun problema particolare, solo i guanti mostrano la limitazione di non essere a tenuta stagna (un paio di guanti sintetici di Decathlon, non ricordo il modello) e zuppi per le operazioni di montaggio dei picchetti sono un po' "rognosi".
Fortunatamente accanto al rifugio trovo dei faggi secchi in terra, spezzati dal freddo ( dai noi si dice dal "brucello" ) quindi accendo facilmente un fuoco per scaldarmi un po' le mani, uso una candelina come esca, la giornata è fredda ma asciutta, la sera sta arrivando velocemente e un aria gelida sta salendo dal fosso vicino. Sistemo i due materassini uno su l' altro in tenda, apro il sacco a pelo, mi metto la torcia frontale sopra il berretto e mi preparo ad una lunga veglia in attesa dell'ora di andare a letto. Scrivo vicino al fuoco alcuni appunti seduto su un ceppo di faggio segato dalla Comunità montana a mo' di sedia. Vicino un ruscello fa molto rumore e questo forse aiuta a rendere meno paranoica la mia veglia. Non sento i soliti rumori della faggeta di notte che per quanto mi siano familiari sono sempre affrontati con un minimo di "attenzione". Mangio un pasto disidratato sempre di Decathlon, Riso con Pollo. Insomma, le penne al cinghiale erano preferibili ...
Vado a letto presto, leggo il mio libro ( Nuzzi, "Vaticano SPA" ), una volta in tenda non ho problemi a prendere sonno. Mi alzo un paio di volte durante la notte per... ispezionare la zona
La mattina dopo ho il telo della tenda pieno di brina gelata, la cima del berretto di lana pure. Durante il giorno faccio esperienza di batoning, faccio legna, continuo a scrivere nella mia agenda, mi faccio una piccola escursione ad una cima boscosa vicina, davvero nulla di che.
L'unico episodio simpatico è quando arrivano due grossi pastori maremmani sbucati chissà da dove, senza proprietario, che mi abbaiano contro per poi fiutare amichevolmente la tenda e lo zaino ( e il mio c_lo ). Per il resto la giornata passa così, senza intoppi.
La sera nevica, tengo sempre acceso il fuoco, lo guardo da lontano e mi rammarico di non aver portato la fotocamera. Faccio una foto con il cell ma viene pessima. Altra lunga veglia noiosa tra i documenti dello IOR. Altra nottata gelida. Unico appunto per la notte. I due materassini isolano a sufficienza, intorno sento la neve che affonda, il sacco è sufficiente, almeno lo è per me. Ma nella prima ora il freddo dal terreno è notevole, poi piano piano i materassini si scaldano. Unico grosso fastidio forse, ma niente di insormontabile.
La giornata successiva ( siamo già a Mercoledì ) passa praticamente identica a quella di prima e mi sorge il dubbio che questo "WOODVIVOR" non faccia per me. Preferisco il trekking itinerante, preferisco fare i miei 20-25 chilometri al giorno, eh oh, io sono fatto così. Faccio escursioni nei paraggi per fare legna e visito una vecchia cascina abbandonata. Intorno la faggeta spoglia è bellissima ma un po' monotona.
Giovedì mattina ne ho già abbastanza, dopo pranzo e dopo un panino salame ungherese e leerdammer (Ma perchè non mi sono portato il sugo di cinghiale e le penne e rizzati ?), rimetto tutto nello zaino e riparto. Verso le quattro del pomeriggio torno a casa, mi faccio una bella doccia calda, assai apprezzata.
Tutto qua.