- Parchi del Lazio
-
- Monte Terminillo
Dati
Data: 9 Febbraio 2019
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Rif. Sebastiani
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 3 ore
Chilometri: 5.5
Grado di difficoltà: In assenza di neve il percorso è semplice anche se vi sono tratti esposti; con copioso innevamento l'itinerario assume connotati alpinistici.
Descrizione delle difficoltà: Esposizione e passaggi su creste sottili e affilate.
Periodo consigliato: Sempre
Segnaletica: Buona
Dislivello in salita: 380 m
Quota massima: M. Elefante (2015 m)
Accesso stradale: Si percorre la SS 4bis e oltrepassata la loc. Pian dè Valli si prosegue fino al Rif. Sebastiani; in inverno non è possibile andare oltre poichè la strada è sgombrata dalla neve fino al rifugio.
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/m-ti-elefante-e-valloni-per-la-cresta-ovest-32953229
Descrizione
Una palestra a cielo aperto.
Tra tutte le definizioni che ho sentito del Terminillo, questa è quella che più mi ha colpito. In effetti questo comprensorio offre molteplici attrattive agli amanti degli sport montani e delle attività outdoor, non solo per la disciplina sciistica ma anche e soprattuto per l'escursionismo e l'arrampicata dei canali. Il tutto facilmente fruibile e godibile grazie alla connessione ai luoghi di attrazione mediante la comoda strada statale che evita i lunghi avvicinamenti necessari in altri comprensori.
La varietà dei percorsi, poi, permette di allontanarsi dalle mete gremite ed affollate e di scegliere di entrare in ambienti notevoli e solitari dove in poco tempo si riesce a compiere un giro di elevato livello escursionistico.
Ed è così che, avendo poche ore a disposizione, ho pianificato questo gran bel giro sui cari monti Reatini, sfruttando una giornata di clima mite con neve già assestata e trasformata, direi un'ottima occasione per provare il mio nuovo giocattolo acquistato di recente (sto parlando della mia Pentax K70).
Una lunga scia di auto parcheggiate al cospetto del rifugio Sebastiani mi accoglie quando sono ormai le 9,30 di questo caldo Sabato quasi primaverile: molti escursionisti si avviano armati di ferri e corde verso le classiche vie del Monte Terminillo, mentre molti ragazzini piccoli restano intenti a giocare con gli slittini nei pendii presso il parcheggio.
Si osserva il versante Est della montagna che pullula di scalatori che verosimilmente termineranno la loro giornata davanti ad un piatto di cavatelli del rifugio; si assapora un clima festante e gioioso ma la ressa da spiaggia affollata è subito dimenticata salendo il breve pendio che conduce alla cresta di Pratorecchia, lo spartiacque tra questo versante e quello selvaggio della Valle Scura.
Qui solamente qualche cordata di coraggiosi alpinisti si accinge a passare per dirigersi al cospetto della Nord del M. Elefante, con il chiaro intento di salire per quelle difficili vie.
Un gruppo di esperti scalatori mi precede sulla cima di Pratorecchia, aspra elevazione che offre qualche passaggio alpinistico:
Alla mia sinistra si apre lo scenario verso la valle Scura e il suo contorno di montagne selvagge e solitarie:
Dalla cima di Pratorecchia si apre agli occhi la lunga ed affilatissima cresta che conduce al monte Elefante:
La Nord dell'Elefante si palesa in tutta la sua austerità, mentre un gruppo di impavidi compie il traverso per raggiungere la base del canale:
Si procede lungo la sottile ed affilata cresta, evitando insidiose cornici e talora oltrepassando scomodi ed esposti passaggi che richiedono il massimo della cautela:
Il gruppetto dei miei compagni occasionali in prossimità della sella indugia se traversare per fare i canali o se salire direttamente in vetta (decideranno poi di salire in vetta rinunciando ai canali perchè qualcuno del loro gruppo non se la sentiva). Io, non avendo quest'oggi alcuna velleità alpinistica, mi accingo a salire la ripida dorsale, gustandomi il suono dei miei ramponi che mordono il ghiaccio:
In breve raggiungo la sommità del Monte Elefante: per qualche minuto assaporo la solitudine e la maestosità dell'ambiente che ho raggiunto dopo una breve ma intensa scalata adrenalinica:
Gli scenari che posso apprezzare da questa vetta sono notevoli.
Il Monte Terminillo, con la cresta appena percorsa per raggiungere il monte Elefante:
Verso Nord, il monte di Cambio, Brecciaro e Ritornello, mentre in lontananza si distingue il Vettore:
Zoomata sul Gran Sasso:
Questa invece è la cresta da percorrere in direzione Sud per raggiungere la cima del Monte Valloni:
Il tragitto è reso insidioso dalla presenza di cornici da cui è meglio starne alla larga:
ma ben presto si raggiunge senza difficoltà il punto trigonometrico di quota 2004 m:
Resto in pausa contemplativa per qualche minuto, osservando i panorami e cercando di catturare con la mia fotocamera quanta più montagna possibile:
La discesa avviene per il ripido versante Sud Ovest, puntando come riferimento la sterrata sottostante; qui la buona qualità del manto nevoso rende questa perdita di quota una vera e propria guduria:
Giunto alla sterrata, trovo condizioni assai diverse: la neve è molle e la progressione sarà resa difficile per i successivi km restanti per tornare alla base di partenza:
Ciononostante, mi gusto la ravanata nel silenzio di quest'altro versante, incrociando qualche ciaspolatore e perfino uno sciatore:
Dato che avevo ancora qualche minuto di vantaggio sulla tabella di marcia, arrivato al tornante della sterrata ho pensato di fare una piccola deviazione verso il M. Rotondo, toponimo abbastanza utilizzato in Appennino e che in questo caso individua una piccola elevazione che offre una buona prospettiva sulla dorsale appena percorsa:
nonchè sui giganti di questo comprensorio, Terminilletto e Terminillo:
Il ricongiungimento con la strada statale e quindi con il rifugio avviene senza difficoltà, anche se la neve si è ormai ammorbidita eccessivamente ma poco male: oggi davvero non posso proprio lamentarmi!
Giungo alla macchina in tempo per essere a casa per pranzo!
Prima di partire, mentre il rifugio è gremito dai turisti di ogni ordine e grado, un ultimo sguardo alla montagna ancora brulicante di scalatori che ne invadono i canali:
Si, questa palestra a cielo aperto non finisce mai di stupire!
Data: 9 Febbraio 2019
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Rif. Sebastiani
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 3 ore
Chilometri: 5.5
Grado di difficoltà: In assenza di neve il percorso è semplice anche se vi sono tratti esposti; con copioso innevamento l'itinerario assume connotati alpinistici.
Descrizione delle difficoltà: Esposizione e passaggi su creste sottili e affilate.
Periodo consigliato: Sempre
Segnaletica: Buona
Dislivello in salita: 380 m
Quota massima: M. Elefante (2015 m)
Accesso stradale: Si percorre la SS 4bis e oltrepassata la loc. Pian dè Valli si prosegue fino al Rif. Sebastiani; in inverno non è possibile andare oltre poichè la strada è sgombrata dalla neve fino al rifugio.
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/m-ti-elefante-e-valloni-per-la-cresta-ovest-32953229
Descrizione
Una palestra a cielo aperto.
Tra tutte le definizioni che ho sentito del Terminillo, questa è quella che più mi ha colpito. In effetti questo comprensorio offre molteplici attrattive agli amanti degli sport montani e delle attività outdoor, non solo per la disciplina sciistica ma anche e soprattuto per l'escursionismo e l'arrampicata dei canali. Il tutto facilmente fruibile e godibile grazie alla connessione ai luoghi di attrazione mediante la comoda strada statale che evita i lunghi avvicinamenti necessari in altri comprensori.
La varietà dei percorsi, poi, permette di allontanarsi dalle mete gremite ed affollate e di scegliere di entrare in ambienti notevoli e solitari dove in poco tempo si riesce a compiere un giro di elevato livello escursionistico.
Ed è così che, avendo poche ore a disposizione, ho pianificato questo gran bel giro sui cari monti Reatini, sfruttando una giornata di clima mite con neve già assestata e trasformata, direi un'ottima occasione per provare il mio nuovo giocattolo acquistato di recente (sto parlando della mia Pentax K70).
Una lunga scia di auto parcheggiate al cospetto del rifugio Sebastiani mi accoglie quando sono ormai le 9,30 di questo caldo Sabato quasi primaverile: molti escursionisti si avviano armati di ferri e corde verso le classiche vie del Monte Terminillo, mentre molti ragazzini piccoli restano intenti a giocare con gli slittini nei pendii presso il parcheggio.
Si osserva il versante Est della montagna che pullula di scalatori che verosimilmente termineranno la loro giornata davanti ad un piatto di cavatelli del rifugio; si assapora un clima festante e gioioso ma la ressa da spiaggia affollata è subito dimenticata salendo il breve pendio che conduce alla cresta di Pratorecchia, lo spartiacque tra questo versante e quello selvaggio della Valle Scura.
Qui solamente qualche cordata di coraggiosi alpinisti si accinge a passare per dirigersi al cospetto della Nord del M. Elefante, con il chiaro intento di salire per quelle difficili vie.
Un gruppo di esperti scalatori mi precede sulla cima di Pratorecchia, aspra elevazione che offre qualche passaggio alpinistico:
Alla mia sinistra si apre lo scenario verso la valle Scura e il suo contorno di montagne selvagge e solitarie:
Dalla cima di Pratorecchia si apre agli occhi la lunga ed affilatissima cresta che conduce al monte Elefante:
La Nord dell'Elefante si palesa in tutta la sua austerità, mentre un gruppo di impavidi compie il traverso per raggiungere la base del canale:
Si procede lungo la sottile ed affilata cresta, evitando insidiose cornici e talora oltrepassando scomodi ed esposti passaggi che richiedono il massimo della cautela:
Il gruppetto dei miei compagni occasionali in prossimità della sella indugia se traversare per fare i canali o se salire direttamente in vetta (decideranno poi di salire in vetta rinunciando ai canali perchè qualcuno del loro gruppo non se la sentiva). Io, non avendo quest'oggi alcuna velleità alpinistica, mi accingo a salire la ripida dorsale, gustandomi il suono dei miei ramponi che mordono il ghiaccio:
In breve raggiungo la sommità del Monte Elefante: per qualche minuto assaporo la solitudine e la maestosità dell'ambiente che ho raggiunto dopo una breve ma intensa scalata adrenalinica:
Gli scenari che posso apprezzare da questa vetta sono notevoli.
Il Monte Terminillo, con la cresta appena percorsa per raggiungere il monte Elefante:
Verso Nord, il monte di Cambio, Brecciaro e Ritornello, mentre in lontananza si distingue il Vettore:
Zoomata sul Gran Sasso:
Questa invece è la cresta da percorrere in direzione Sud per raggiungere la cima del Monte Valloni:
Il tragitto è reso insidioso dalla presenza di cornici da cui è meglio starne alla larga:
ma ben presto si raggiunge senza difficoltà il punto trigonometrico di quota 2004 m:
Resto in pausa contemplativa per qualche minuto, osservando i panorami e cercando di catturare con la mia fotocamera quanta più montagna possibile:
La discesa avviene per il ripido versante Sud Ovest, puntando come riferimento la sterrata sottostante; qui la buona qualità del manto nevoso rende questa perdita di quota una vera e propria guduria:
Giunto alla sterrata, trovo condizioni assai diverse: la neve è molle e la progressione sarà resa difficile per i successivi km restanti per tornare alla base di partenza:
Ciononostante, mi gusto la ravanata nel silenzio di quest'altro versante, incrociando qualche ciaspolatore e perfino uno sciatore:
Dato che avevo ancora qualche minuto di vantaggio sulla tabella di marcia, arrivato al tornante della sterrata ho pensato di fare una piccola deviazione verso il M. Rotondo, toponimo abbastanza utilizzato in Appennino e che in questo caso individua una piccola elevazione che offre una buona prospettiva sulla dorsale appena percorsa:
nonchè sui giganti di questo comprensorio, Terminilletto e Terminillo:
Il ricongiungimento con la strada statale e quindi con il rifugio avviene senza difficoltà, anche se la neve si è ormai ammorbidita eccessivamente ma poco male: oggi davvero non posso proprio lamentarmi!
Giungo alla macchina in tempo per essere a casa per pranzo!
Prima di partire, mentre il rifugio è gremito dai turisti di ogni ordine e grado, un ultimo sguardo alla montagna ancora brulicante di scalatori che ne invadono i canali:
Si, questa palestra a cielo aperto non finisce mai di stupire!