Da tempo volevo contribuire riportando qualche chiarimento riguardante i termini "sterilizzanti", "disinfettanti" e "antisettici", per poi trattare l'argomento, a noi più vicino, "come curare una ferita".
A tal scopo comincio riportando la spiegazione di alcuni termini scientifici prendendo spunto dal testo di farmacologia medica del prof. Theodore Prody. La sola lettura del testo aiuta a schiarirsi le idee sui vari prodotti in uso per il trattamento delle ferite. Concludo il discorso riportando il modo con cui io personalmente tratto una ferita da escursione (taglietti, contusioni, abrasioni, qualche piccola ustione).
Antisettici, Disinfettanti e Sterilizzanti
Le sostanze qui descritte sono impiegate localmente per prevenire infezioni, distruggendo o limitando la crescita di microrganismi sulla superficie di oggetti (=Disinfettanti e Sterilizzanti) e sulla pelle (=Antisettici). Diversamente da altri agenti antimicrobici (es. gli Antibiotici), gli antisettici ed i disinfettanti non sono specifici.
Cominciamo con definire i concetti: "antisettico", "disinfettante" e "sterilizzante".
1. Azione antisettica
Tessuti come la cute e le membrane mucose non possono essere sterilizzati, ma si può minimizzare il rischio di infezioni riducendo il numero di microrganismi sulla loro superficie. Gli antisettici si applicano appunto sui tessuti per inibire la crescita dei microrganismi. Questi composti vengono usati dal chirurgo per la pulizia delle mani prima degli interventi e applicati alla cute del paziente prima di praticare incisioni od iniezioni. L'azione antisettica è solo temporanea e la moltiplicazione dei batteri riprende dopo minuti od ore. Gli antisettici possono essere usati in forma di soluzione o incorporati in saponi, pomate, unguenti, materiale per medicazione, sciacqui orali o irrigazioni.
2. Disinfezione
In molte situazioni cliniche non è necessaria la sterilità. Per strumenti come termometri, specilli o proctoscopi, usati in distretti anatomici normalmente popolati da microrganismi saprofiti, pur non essendo necessaria la sterilità, bisogna allontanare i microrganismi patogeni. E' spesso necessario bloccare il trasferimento di patogeni da paziente a paziente, che si verifica tramite oggetti o superfici. Questo processo di distruzione dei patogeni, chiamato "disinfezione", non porta necessariamente alla sterilità completa. I disinfettanti uccidono i microrganismi patogeni e sono usati su oggetti inanimati e su superfici (a differenza degli antisettici che si applicano sui tessuti).
Antisettici e Disinfettanti possono essere "batteriostatici" (quando agiscono inibendo la crescita dei batteri) o "battericidi" (quando invece agiscono uccidendo la maggior parte delle forma vegetative dei batteri). I battericidi non sono necessariamente attivi contro le spore (forma batteriche temporaneamente dormienti), il micobatterio della tubercolosi, funghi e virus, a meno che non siano specificatamente definiti sporicidi, tubercolocidi, fungicidi o virucidi.
3. Sterilizzanti
Alcune sostanze sono state definite "sterilizzanti" perché, se usate in maniera appropriata, sono in grado di sterilizzare oggetti e superfici. Per sterilità si intende la completa assenza di ogni forma vitale di microrganismi. Sostanze, strumenti o apparecchi che vengono introdotti in aree dell'organismo normalmente sterili devono essere prive di microbi. La migliore sterilizzazione si ottiene in 15 minuti a caldo con vapore sotto pressione, che assicura una temperatura di 121° C, oppure con il riscaldamento a secco per 3 ore a 160-180° C. Altri metodi di sterilizzazione usano la microfiltrazione (per sostanze termolabili), l'esposizione a radiazioni UV, il bombardamento a fasci di elettroni ad alto voltaggio, oppure le radiazioni gamma.
Il meccanismo d'azione di questo gruppo eterogeneo di sostanze non è unico, e in molti casi, non è del tutto noto.
L'alcool etilico e l'isopropanolo (alcoli): a concentrazioni di 70% svolgono una rapida azione battericida e sono molto attivi contro batteri (sia gram+ che gram-), bacilli della tubercolosi, funghi patogeni e molti virus ma non contro le spore batteriche. Gli alcoli possono essere impiegati come disinfettanti per oggetti (strumenti chirurgici, termometri, ecc...) e per la pelle integra (in questo caso siccome secca la pelle va usato insieme ad emollienti), ma non sulle ferite (cute lesa) perché irritante.
Iodio e iodofori: lo iodio a concentrazioni molto basse (0,005%) svolge una rapida azione battericida tubercolocida ed è attivo contro molti virus e funghi patogeni. Per l'attività contro le spore sono necessari lunghi tempi di esposizione. Lo iodio è usato sia come antisettico che come disinfettante. Come antisettico (su cute integra, lembi esterni della ferita) sulla cute si usa sotto forma di soluzione di iodio e tintura di iodio. Concentrazioni di iodio superiori al 3% possono causare vesciche sulla cute. Se la pelle trattata con tintura di iodio viene ricoperta con un bendaggio occlusivo, si possono verificare delle ustioni. Al termine di una procedura chirurgica, la tintura di iodio (precedentemente applicata sulla cute integra circostante alla zona aperta) dovrebbe sempre venire eliminata dalla pelle con alcool al 70%. La tintura di iodio è irritante per i tessuti lesi per cui non va usata nelle ferite ma solo attorno alla lesione. Inoltre colorando la zona trattata impedisce al medico di ispezionare correttamente la ferita, in quanto può nascondere i segni di infiammazione e/o infezione in atto.
Il povidone-iodio è più stabile della tintura di iodio, molto meno irritante per i tessuti e meno corrosivo per metalli. Inoltre le macchie sui tessuti si possono eliminare rapidamente. Il povidone-iodio è tossico per i fibroblasti, per cui l'irrigazione di ferite aperte con questa sostanza può ritardare la guarigione.
Altri iodofori possono essere usati come disinfettanti per pavimenti, superfici di lavoro e utensili per la manipolazione dei cibi, di strumenti ad uso clinico (termometri, ecc...) e per la disinfezione dell'acqua da rendere potabile in situazioni di emergenza.
Composti mercuriali: essi hanno una debole azione batteriostatica e sono meno efficaci degli alcoli. Il siero ne riduce l'azione antimicrobica e si può avere sensibilizzazione cutanea. Per uso topico è disponibile solo il Thimerosal. I composti mercuriali non si dovrebbero applicare su superfici di cute lesa. L'ingestione può causare insufficienza renale.
Cloro e composti clorati: il cloro non si usa più come antisettico, perché ha effetti irritanti e viene inattivato da componenti organici. E' però ampiamente usato come disinfettante ad ampio spettro dell'acqua negli acquedotti.. La sua attività viene inibita rapidamente dallo sporco, da materiali estranei, dal sapone e da soluzioni detergenti fortemente alcaline.
Aldeidi (Formaldeide e Glutaraldeide): sono dotate di attività batteriostatica (basse concentrazioni) e battericida (più alte concentrazioni) e possono venire impiegate per la disinfezione di strumenti metallici. Tuttavia non vanno bene per la disinfezione della cute (e quindi neanche per le ferite aperte) in quanto causano ustioni della cute e delle mucose. Per evitare ciò devono essere eliminate dagli strumenti mediante immersione in acqua sterile.
Composti fenolici: combinazione di queste sostanze con detergenti di sintesi costituiscono dei disinfettanti ideali per la pulizia e la disinfezione di pavimenti ed altre superfici rigide degli ospedali. L'uso dei derivati di diidrossifenolo o resorcinolo, come antisettici battericidi, è limitato dalla tossicità a carico del fegato e del miocardio ed ustioni sulla pelle e sulle membrane mucose.
I bifenoli possiedono una marcata attività batteriostatica ma il loro uso sotto forma di saponi ed emulsioni per la pulizia preoperatoria è stato abbandonato a causa dell'assorbimento dalla cute nella circolazione sistemica, che dava origine a gravi effetti tossici a carico del sistema nervoso centrale.
Clorexidina: essa è dotata di una notevole attività antimicrobica contro i batteri (ad eccezione di quelli della tubercolosi e delle spore batteriche), ma i funghi filamentosi ed i virus non sono sensibili. La Clorexidina permane sulla pelle, producendo così un effetto antibatterico cumulativo e duraturo, che persiste per almeno 6 ore se le mani sono coperte da guanti. La Clorexidina è efficace in presenza di sangue e costituenti organici, non è irritante e non passa nel sangue attraverso la pelle intatta e le membrane mucose. In Europa è molto diffuso l'impiego di un preparato a base di Clorexidina al 5% in isopropanolo al 4%, come detergente alcolico per le mani di uso corrente.
Composti ammonici quaternari: sono batteriostatici a basse concentrazioni, battericidi e fungicidi a concentrazioni più elevate, ma non sono attivi contro le spore batteriche, mentre i virus mostrano una maggiore resistenza di quella mostrata da batteri e funghi. Una soluzione di benzalconio al 1-2% è rimedio topico di scelta per il trattamento o la profilassi di ferite da morso di animaliche si sospettano essere affetti da rabbia ( ma che comunque resta necessaria la somministrazione di immunoglobuline per la rabbia e del vaccino antirabbia). I composti ammonici quaternari vengono impiegati nel risciacquo finale degli indumenti usati in ospedale e della biancheria da letto.
Perossido di Idrogeno (acqua ossigenata): esso è battericida e virucida (a concentrazioni dal 3% al 6%); a concentrazioni più elevate (dal 10% al 25%) è sporicida. E' usato per disinfettare impianti in plastica, lenti a contatto e protesi chirurgiche.La presenza di catalasi, enzima che inattiva il perossido, limita l'utilità dell'acqua ossigenata come antisettico. Essa è tossica per i fibroblasti (cellule che accellerano la riparazione delle ferite) e può perciò ritardare la guarigione di ferite. La pulizie di ferite profonde e di lacerazioni con acqua ossigenata sotto pressione è controindicata, in quanto è stata causa di formazione di gas sottocute.
Ma allora come va trattata una ferita (cute lesa)? Io procedo in questo modo: avendo a disposizione acqua pulita conviene prima di tutto lavare esternamente con acqua e sapone e cercare di lavare bene anche internamente la ferita con acqua pulita o, in mancanza di questa, con soluzione fisiologica. La soluzione fisiologica viene venduta anche in confezioni di plastica, molto pratici, monouso, tipo quelli di enterogermina. Personalmente ne metto 2-3 di quelle nel mio kit di pronto soccorso. Dello stesso tipo di confezione ne metto anche di quelle idonee per pulire gli occhi (corpi estraenei, ecc...) Volendo si potrebbe anche miscellare un pò di acqua ossigenata in quella fisiologica e procedere così al lavaggio interno della ferita. Esternamente si può disinfettare, dopo aver lavato con acqua e sapone, direttamente con acqua ossigenata. Se la ferita si presenta un attimino più impegnativa la disinfetto con Clorexidina. Succesivamente con l'aiuto di una lente di ingrandimento ci assicuriamo di aver rimosso con il lavaggio ogni corpo estraneo. A quel punto applicchiamo un antibiotico topico (tipo cicatrene crema) e copriamo con una garza di dimensioni adeguate, fissata poi o con un cerotto o con una benda (a seconda la gravità, il punto e l'estensione della ferita). La medicazione va ripetuta ogni giorno fino alla guarigione della ferita. Se la ferita dopo 3 giorni dovesse continuare a presentarsi infiammata, irritata, tumefata, sanguinante e/o dolorante bisogna contattare assolutamente il medico.
Se invece si tratta di ustione, dopo aver lavato con abbondante acqua fredda (pulita) e disinfettato come sopra, copro con una garza imbevuta di fitostimoline (sostanze accelleranti la crescita dell'epidermide) e fisso con un cerotto di dimensioni adeguate o con benda di garza.
Scusate per la lunghezza del post ma spero di essermi riuscito a chiarire un pò le idee sull'argomento "ferite in escursione". Attenzione: questi consigli non vogliono assolutamente sostituire il medico ma, intervenire con un minimo di preparazione, in sua assenza e nell'attesa di rivolgersi a lui.
Ciao, Antonio